Il canone Rai potrebbe essere abolito, così come si legge nel provvedimento di riforma del servizio pubblico radiotelevisivo, pubblicato sul sito del Governo e intitolato “La nuova Rai”. Nei mesi scorsi si è parlato molto del canone di abbonamento alla tv, l’imposta sulla detenzione di un apparecchio televisivo, da pagare indipendentemente dal suo utilizzo o meno. Essendo una delle tasse più evase dagli italiani, si è ipotizzata una sua inclusione nella bolletta elettrica con l’ultima legge di Stabilità. Secondo una simulazione effettuata da I-Com, l’Istituto per la competitività, l’introduzione del canone Rai in bolletta comporterebbe però costi aggiuntivi tra il 13% e il 15% per il consumatore medio, e fino al 26% per una famiglia con consumi contenuti (1500 kWh annui).
Accanto all’ipotesi di agganciare il canone Rai in bolletta, il disegno di legge di riforma del servizio pubblico radiotelevisivo, potrebbe prevedere anche la possibile abolizione del canone, grazie ad un aumento degli introiti pubblicitari. Verrebbe così cancellato l’attuale tetto massimo per le pubblicità, come previsto dalla Legge Mammì (“La trasmissione di messaggi pubblicitari da parte della concessionaria pubblica non può eccedere il 4% dell’orario settimanale di programmazione ed il 12 per cento di ogni ora; un’eventuale eccedenza, comunque non superiore al 2 per cento nel corso di un’ora, deve essere recuperata nell’ora antecedente o successiva”). Il provvedimento è ancora in fase di studio e attende la discussione in Parlamento.